venerdì 25 novembre 2011

Due siparietti


qui
 **Bacone i capelli li aveva, non folti ma li aveva.

Se fosse stato un interrogatorio e lui l’indiziato, un testimone lo avrebbe descritto come un tipo normale.
“Ma normale in che senso?”
"Normale, né alto né basso, capelli castani, anzi abbastanza sul bianco. Sì, forse un po’ di pancetta, ma nel complesso un uomo di mezza età.”
“Ma gli occhi, il naso? Non ricorda proprio niente?”
“Ma, non saprei… normale, ecco. Sì, la barba, anzi il pizzetto, era largo…”
Largo… in che senso, come?”
“Largo…”
Continuava, senza volerlo, a paragonare cose della propria vita a quelle di detective famosi, quelli che quando li vedeva in tv gli veniva voglia di fare il poliziotto; e poi si ricordava che quello era già il suo mestiere.**

**“Commissario, c'è Claudia Belli” stava dicendo dall'interfono il piantone.
"E tu falla passare, Geremicca."
Poi rivolto a Conci:
“C'è... “
“Claudia Belli, ho sentito” interruppe l'ispettore.
“Sì... “ stava per replicare Bacone, ma non aggiunse altro, perché non aveva voglia di fare discussioni in quel momento.
Comparve Geremicca sulla porta.
Dietro di lui arrivarono due gambe lunghe come un rettilineo dell'A1 tra Frosinone e Montecassino.
“La signorina Belli” annunciò.
Conci riconobbe subito la ragazza delle foto a casa Forti. Scattò verso la porta, fece un inchino affettato alla ragazza e la accompagnò alla sedia davanti alla sua scrivania.
Nel frattempo Bacone, anticipando la mossa del suo sottoposto, era arrivato già alla scrivania e si era seduto a posto di Conci, costringendolo ad accoccolarsi su un angolo del tavolo.
Che poi da lì Conci era più comodo ad ammirare le gambe nude della ragazza.
Mado', e mo' questa come si siede senza fare vedere le mutande? Sempre se le porta! stava pensando l'ispettore mentre la ragazza si accomodava a sua volta, accavallando le gambe.
Bacone non era rimasto insensibile, anche se a modo suo. Notò mentalmente che la minigonna lasciava scoperti più centimetri di coscia di quelli ammessi dalla pubblica decenza. Poi pensò che la legge non prevedeva una misura minima di carne a vista. Però dovrebbero prescriverli, i centimetri concessi, concluse tra sé.**


(estratti da Dell'essere e del sembrare di TG, primo volume della serie Francesco Bacone, commissario. Ma tutto è provvisorio. Anche le montagne dell'Himalaya.)


TIM

7 commenti:

  1. ... e poi dici a me di non aspettare il week end per postare il racconto.
    Lo stai centellinando questo esordio di Bacone ;-)

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  2. Beh, ancora c'è tempo. Penso che prima di natale non se ne parla di metterlo on line, ancora è in incubazione piena. Appena mi sembra che sia appena appena presentabile lo mando al mio editor di fiducia (che noi sappiamo chi è!) il quale lo vivisezionerà per bene. Questi sono solo assaggi, solo per fare la conoscenza di qualche personaggio. E non sono neanche testi definitivi. Diciamo che così facendo ho stravolto tutte le regole della scrittura: far leggere a tutti parti incomplete di di un lavoro non finito. Quando si dice la competenza e la serietà!

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  3. Vogliamo Bacone, vogliamo Bacone, vogliamo Bacone!
    A parte questo esordio da movimento di protesta, ammetto che mi piace :) Sono davvero curioso di leggere il testo completo.

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  4. @ Gianluca: per battere il nemico bisogna usare le sue stesse armi.
    @ Narratore: calma, calma. la strada è ancora lunga e anche questi episodietti potrebbero sparire dal testo finale o essere modificati. anzi, ora che ci penso...

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  5. @ Nick: mi sa che alla fine ci sei finito pure tu nel mucchio dei personaggi!

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