mercoledì 1 febbraio 2012

Racconto a puntate: Capello Liquido (III)

E siamo alla terza puntata.
Abbiamo conosciuto il primo dei due personaggi che danno vita alla storia, Enzo il rapinatore, il cattivo, il senza cuore. 
Oggi entra in scena l'altro protagonista, Mario, che impareremo a conoscere, invece, come quello... beh, ve l'andate a leggere qui sotto se vi va. Che gusto c'è se vi dico tutto io! Come sempre: attenti alle date!

Capello Liquido
20.08.2001
Come direbbe Woody Allen, Mario era una di quelle persone del tipo a cui, andando avanti negli anni, si creava una piazzetta, qui, sulla testa; sempre meglio, pensava Mario, che essere di quelli che cominciano a sbavare dall’angolo della bocca e sputacchiano ogni volta che dicono qualcosa, sempre restando nel paragone del mitico Woody.
Il fatto è che Mario aveva meno di quarant’anni, i capelli ancora quasi tutti neri e nonostante tutto… una bella piazzetta qui, sulla testa. Ogni volta che andava dal barbiere chiedeva cosa poteva fare per evitare il perdurare dell’increscioso fenomeno tricotico, e Pino, il coiffeur, gli rispondeva di provare una nuova lozione, sempre appena uscita sul mercato, di quelle che pubblicizzano in TV e che fanno sicuramente bene; almeno al portafoglio dell’ingegnoso scopritore, avrebbe voluto aggiungere Mario.
Erano anni che andavano avanti così e Mario aveva pensato seriamente più di una volta di cambiare barbiere, specie da quando la piazzetta non solo stava diventando una vera e propria piazza, ma soprattutto l’allargamento della fronte verso l’alto (sempre a causa del diradamento della chioma) stava facendo sì che le due gravi insufficienze pilifere stessero per incontrarsi e fondersi con gli effetti estetici che si possono facilmente immaginare; Roberto Gervaso ne sa qualcosa.
«Ma sei sicuro che stavolta funziona?» stava chiedendo con aria poco convinta Mario al suo barbiere.
Da Pino coiffeur era il salone da barbiere più vicino a casa sua e solo per questo era stato scelto da Mario per le sue visite a scadenza mensile. Tutto nel salone richiamava alla mente gli anni sessanta, prima dell’avvento della tecnologia, dell’acciaio freddo, dei calendari ai limiti dell’adesso sì che si vede proprio tutto!
C’erano ancora i lavandini in ceramica bianca, col tubo di scarico ben visibile; i poggiatesta estraibili che fanno quel bel rumore di ferraglia con i denti che sfregano all’interno dell’apposito alloggiamento; i semplici specchi da muro senza cornici; i sedili delle poltrone in cuoio duro, con più di qualche crepa. Non aveva mai capito se questo era lo stile voluto da Pino o se semplicemente l’aveva ereditato così e aveva pensato che non era il caso di spenderci soldi in restyling. Il calendario poi, naturalmente era di quelli bianchi (pubblicità di un noto –negli anni sessanta– prodotto per capelli) con le rotelline rosse in cartone duro, seghettate ai bordi per permettere di essere girate con il polpastrello, facendo comparire la data dai riquadri laterali (VEN – logo della lozione – 15). Unico indizio che ci trovavamo nel 2001 erano i prezzi, ben in vista in una piccola bacheca tra i due specchi.
«Senti» rispose Pino, «ti ho mai dato una fregatura?»
«Negli ultimi quindici anni, sempre» con tono più rassegnato che ironico.
«Ma tu sei un caso particolare. Prendi Pasquale… »
«Non parliamo di Pasquale, per piacere» interruppe Mario. «Quando è entrato qui la prima volta, tre anni fa, aveva dei capelli da far invidia a Giulietta quando getta la treccia dal balcone a Romeo. Oggi gira sempre col basco in testa per evitare che una folata di vento gli possa portare via i cinque peli che gli sono rimasti.» E intanto sedette sulla poltrona che gli dava ogni volta di più l’impressione di quella del dentista, foriera di atroci dolori, forse non fisici ma certamente spirituali.
«Appunto, questo ti volevo dire, anche lui è un caso particolare».
«Va bene, lasciamo stare Pasquale. Cos’è quest’ultimo ritrovato?» chiese Mario.
«Capello liquido» buttò lì poco convinto il coiffeur, quasi parlando tra i denti e in attesa di una sonora risata da parte dell’altro.
«Che?!» con un’espressione tra lo stupito e l’incapiente.
«Capello liquido» riprese con più convinzione Pino.
«E cosa sarebbe?» s’incuriosì Mario, girandosi verso il barbiere con cui finora aveva dialogato attraverso lo specchio.
«Scientificamente non te lo so spiegare, ma dovrebbe essere come quando una persona è anemica e gli consigliano di mangiare molta carne che, anche se di animale, è pur sempre composta dalle stesse sostanze di cui è fatta quella dell’uomo. Così se il capello è debole, la cosa migliore da fare è nutrirlo con le stesse sostanze di un capello sano. Perciò prendono dei capelli, ovviamente robusti e in perfetta salute, li triturano o cose del genere, li uniscono ad altre sostanze e il gioco è fatto. E quando fai lo shampoo nutri il tuo capello stanco e anemico, per così dire, con un capello in pieno vigore.»
Il figaro gongolava per la risposta che gli era uscita di bocca e che gli sembrava più che soddisfacente.
«Ed io dovrei mettermi in testa i capelli di un altro?» Certo la sorpresa per questa scoperta era grande: chi avrebbe mai immaginato lo shampoo al capello liquido?
«Non è proprio così ma… rende l’idea» rispose Pino nella speranza che l’interrogatorio non entrasse più nei particolari.
«E dove trovo questo preparato miracoloso?» chiese Mario col tono di voce rassegnato all’ultima speranza. In verità, come gli suggeriva sempre Woody il Grande, gli avrebbe voluto rispondere: ti do’ quest’ultima opportunità, poi vado a Lourdes.
(... continua... )
prima puntata
seconda puntata

TIM

2 commenti:

  1. Pino è il tuo barbiere??? :))
    Mi piacciono tutte le citazioni di Woody Allen...
    Sono in analisi da 15 anni, ancora un anno e poi vado a Lourdes

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pino non è il mio barbiere, non so neanche come si chiami anche perché vado non più di due volte all'anno e spesso cambio di volta in volta. Woody Allen è stato un grande e lo resterà, ma le ultime cose non mi sono piaciute più di tanto.

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