lunedì 10 gennaio 2011

Cronache da un altro modo 9

E' arrivata questa pagina del diario di Theo il sopravvissuto.

10 GENNAIO 2016

Dranwall naturalmente non era in edicola, quella da cui avevo preso il giornale e dove poi avevo avuto il mio scontro diretto con un Giallo. Il suo cadavere era ancora lì; gli mancava un braccio, forse un cane o un altro infetto. Carlo ha camminato sempre perfettamente al centro della strada, come gli avevo detto e anche se non dava a vederlo cercava sempre di guardare dritto davanti a sé, evitando di mettere gli occhi sui morti che sorpassavamo. Quando io sono entrato nel negozio dei giornali, mi ha seguito come un cagnolino ed è rimasto a guardare fuori dalla porta per evitare brutte esperienze. Questo l’ha deciso lui. Poi, quando gli ho detto che il suo mensile non c’era, si è voltato verso l’interno ha dato un’occhiata veloce e mi ha detto:
“Ok, andiamo. Torniamo la prossima volta.”
Poi mi ha guardato con aria dubbiosa e interrogativa:
“Posso prendere qualche giornalino?”
Così ha riempito una delle buste che avevamo portato per la spesa di fascicoli vari, colorati oltre ogni misura e dai titoli più improbabili. Quindi mi ha ripreso la mano e siamo usciti.
Il market che era la nostra meta non aveva molto da offrire, chissà da quanto tempo era stato saccheggiato alla grande. C’era solo ancora qualche scatoletta di verdure in umido e un paio di bustine di zucchero cadute da qualche confezione multipla.
“E ora dove andiamo?”
Carlo rimane un attimo incerto, poi mi risponde:
“Forse conosco io un posto. Se sai come fare ad entrare, l’ultima volta che l’ho visto era ancora chiuso. Perciò forse non sono entrati a fare la spesa. E’ qui vicino.”
Mi fa strada per pochi metri, fino alla prima traversa a sinistra. Di fronte ad un vecchio cinema, chiuso già da molto prima che scoppiasse la pandemia, c’è un negozio di alimenti biologici. Dalla vetrina si vedono ancora i prodotti sugli scaffali. Il problema è riuscire ad entrare, perché le porte sono chiuse a chiave. I proprietari probabilmente avevano chiuso al mattino e non più aperto al pomeriggio, per questo le serrande erano ancora alzate. Non abbiamo incontrato finora infetti, forse anche a causa del freddo intenso che li fa rintanare in qualche posto meno aperto, ma c’è sempre il pericolo che attratti dal fracasso che dovremmo fare per provare a rompere il vetro spuntino fuori. Ad un certo punto mi accorgo anche che il vetro è antiscasso, per cui questa opzione cade. Lo dico a Carlo, che ci rimane male, forse più perché io non sono riuscito a risolvere il problema che per il fatto che non siamo potuti entrare.
Bisognerà trovare un’altra soluzione. Poi Carlo esclama:
“Aspetta, guarda qua!” indicando un disegno sul muro.
“Cos’è?” gli chiedo.
“Non conosci i disegni di Dranwall?”.
Non li conosco.
“E’ vero, tu non leggi Dranwall. Allora” inizia col tono di chi è a conoscenza di qualcosa di importante “tutti i suoi amici quando non si possono incontrare, parlano tra loro con i disegni sui muri. Vedi questo? Una casa vuol dire che c’è qualcuno, un amico, che abita nelle vicinanze. Il piede verso sinistra vuol dire che bisogna andare da quella parte.”
Sta per incamminarsi, ma lo fermo.
“Non è meglio che per oggi facciamo la spesa e torniamo a casa e poi domani veniamo qua apposta per cercare questa persona?”
Mi guarda per qualche secondo, poi si gira verso sinistra e guarda la strada vuota.
“Va bene” dice alla fine. “Però dobbiamo cercare un posto dove andare per la spesa” il suo tono è quasi di rimprovero verso di me. “Da queste parti non mi sembra ci sia rimasto molto.”
Giriamo ancora un po’ e alla fine riusciamo a terminare la lista della spesa saccheggiando un po’ qua e un po’ là. Vedo ancora qualcosa che potrebbe servire a casa, ma per oggi siamo abbastanza carichi. E’ vero che Carlo ha i suoi fumetti, ma non glieli voglio far lasciare. Possiamo tornare domani a prendere il resto.
Cerco di rifare tutte le strade larghe, dove è più facile vedere se c’è qualcuno in agguato.
Per qualche strano fenomeno sono quasi contento; in fondo oggi abbiamo da mangiare, Carlo ha i suoi giornaletti e io ho preso in edicola un vecchio numero di Urania con una raccolta di racconti di Robert Silverberg che non ho mai letto: ‘Violare il cielo’. Ci vuole così poco per essere felici?
Arriviamo davanti al cancello che si apre sul giardino su cui si affaccia la mia casa. Prima che cominciasse l’apocalisse il cancello restava sempre aperto, perché a qualche deficiente andava bene così, era più comodo.
Adesso invece rimane chiuso e devo prendere la chiave in tasca.
Forse questo ci ha salvati.
“Guarda Theo!”
“Cosa?”
“Là, sopra il balcone! Non è casa tua quella?”
Poggio le buste a terra e guardo verso il mio terzo piano. Il balcone è pieno di uomini e donne, una decina, che fanno dentro e fuori casa; forse è l’odore di abitato, di carne calda, di normalità.
Rimango bloccato. Come hanno fatto ad entrare? Da dove vengono?
Solo un uomo che ci ha visto e indica verso di noi mi risveglia dal torpore della sorpresa e della paura.
E’ un attimo. Tutti gli altri infetti corrono dentro urlando. Di sicuro stanno arrivando.
“Scappiamo Carlo! Lascia tutto e scappiamo, quegli uomini ci vogliono fare del male!”
“E la spesa? La lasciamo qui?”
“Lascia stare la spesa, poi se ne parla!”
Lo prendo per mano e comincio a scappare. Carlo non vuole mollare la busta con i giornaletti che gli batte contro la gamba mentre corre.
“Lascia stare i fumetti, non possiamo scappare se abbiamo pesi!” gli urlo mentre corriamo alla cieca. “Poi torniamo a prenderli” gli dico per rassicurarlo.
Carlo lascia la busta, avendo però cura di gettarla sotto un’auto. Si volta un attimo a guardarla.
Anch’io mi giro a guardare. Ma la casa. Lì non possiamo più tornare.
Adesso comincia davvero per noi l’apocalisse.
Adesso devo davvero imparare a sopravvivere.


T.

11 commenti:

  1. (personaggio off) anche per te incomincia a delinearsi il finale, eh?
    Sono curioso, come sono curioso di tutte le varie storie che vertono intorno al survival blog.
    Chissà cosa ne verrà fuori.

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  2. (personaggio off) Il finale l'ho già scritto, proprio ieri. Mi rimangono due tre post di riempimento, ma spero non per questo 'inutili'. Anch'io penso che ormai molti siano in dirittura d'arrivo, ma sinceramente non riesco più a stare al passo con tutti gli interventi, quindi leggo solo quelli del giro 'della prima ora' e aspetterò il lavoro di "sant' Alex" per avere un quadro completo.
    Temistocle

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  3. Sant'Alex pensa che anche al suo SB mancano una manciata di capitoli ^__^

    Poi penso che dovremo parlare di come ricavarne uno o più ebook.
    ;-)

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  4. @ sant'Alex: per parte mia do sicuramente la disponibilità per un fase di editing semplice (ortografi, sintassi, battitura, coerenza narrativo-temporale, ecc.). Cettamente non vorrei essere nei tuioi panni per decidere cosa fare, ma io non ho esperienza di queste cose. Certo è difficile farne un racconto unico o comunque assemblare tutte le prospettive. Forse bisognerebbe prendere una storia-guida (che potrebbe essere tranquillamente la tua) e qui inserire tutto il resto; ma non saprei proprio come. Oppure semplicemente mettere insieme i vari testi in modo che ogni capitolo sia una parte storia avendo come filo logico la temporalità. Penso poi che la cosa più difficile, caro il mio sant'Alex, sarà fare una cernita: bisogna mettere tutto? come fare a scegliere gli interventi? chi deciderà, e come, i "tagli"? Io lascio a te la scelta che riguarda la mia storia e qualsiasi cosa tu deciderai (parti eliminate, modificate ecc.) mi va bene.
    Spero di ricavare un ebook in un prossimo futuro da quello che ho scritto, te ne avevo parlato, ma per ora fai tu.

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  5. @ Personaggio off:
    bene pensate al futuro?
    io non ho ancora deciso nulla:-)

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  6. Beh non posso che augurarti buona fortuna. Occhi e orecchie aperte mi raccomando.

    Gianluca

    (fuori personaggio): in effetti la fase di post-scrittura per creare uno o più ebooks sarà complicata, ma immagino che parlandone tutti e aiutando possa uscire qualcosa di eccezionale! :)

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  7. Al futuro ci si pensa, ma essendo 'futuro' non ci facciamo prendere ora dalla fregola di arrivarci. Penso che dobbiamo continuare tutti sulla strada che stiamo facendo e portare a termine i lavori. Poi se ne parlerà.
    Temistocle

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  8. Innanzitutto congratulazioni Tim, da quando hai fatto saltare fuori il lato "umano del tuo personaggio" con il rapporto con il bambino,la caratterizzazione della storia ne ha guadagnato.Per quello che riguarda il finale del gioco,credo anch'io che la cosa essenziale sia quella di finire ognuno di noi le nostre storie in maniera quanto più coerente possibile con lo scenario principale e poi di fare un raccordo.

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  9. Grazie, Nick. Come ho detto altre volte, per me il SB è stato una svolta, perché lavorarci mi ha fatto trovare (forse) il giusto stile e il giusto ritmo, quelli che mi si adattano di più. Penso che ormai quasi tutti siamo alla fine delle nostre storie e probabilmente la dead line sarà anticipata. E' stato un gioco, ma bellissimo, e ci siamo tutti divertiti; se ci avessimo provato volontariamente e scientemente non sarebbe riuscito così bene.
    Bravi tutti!
    Temistocle

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  10. Rispondendo brevemente: sì, una cernita sarà dolorosa ma necessaria. Cercherò di includere in uno o due ebook quanti più SB possibili, ma alcuni si prestano solo alla lettura su blog, non come racconto vero e proprio. Mi è già evidente e credo sia evidente anche a chi li scrive.
    Chi deciderà? La patata bollente toccherà al sottoscritto, ma mi farò aiutare anche da altri blogger (Elgraeco è già della partita). Spero di riuscire a non offendere nessuno. E, a ogni modo, di certo riusciremo a riconoscere il giusto tributo a tutti i partecipanti.
    Una cosa è certa: non potrò occuparmi io dell'editing dei SB che verranno inclusi nell'ebook, quindi ciascuno dovrà dare una mano a editare almeno il proprio ;-)
    Intanto buona scrittura a tutti!

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  11. @ Alex: parole degne di un capo! il giusto decisionismo e le idee chiare. E soprattutto: la delega! (scherzo!) Buon lavoro!
    Temistocle

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