Ci vuole molta pazienza a stare dietro alle risposte di Daniele Imperi, e soprattutto bisogna stare attenti a dove si mettono le mani, anzi le virgole. Anche perché Daniele è uno di quelli che mestiere ne ha da vendere, anzi da insegnare, visto che il suo blog parla proprio di questo. Ma è anche uno di quelli che alla teoria fa seguire la pratica (avete letto i suoi racconti? e soprattutto il suo contributo al Survival Blog?) E poi uno che ha al suo attivo, tra l’altro, la gestione di un sito su Edgar Allan Poe merita tutto il mio rispetto. E magari qualche volta finirò anche nel suo blog sugli scrittori seri! Quindi cercherò di intervenire il meno possibile, per evitare di cadere nelle sue reprimenda. D’altra parte lui stesso ammette di essere un asociale e… ops, forse questo non dovevo dirlo. Pensate che mi manderà gli omini con l'impermeabile giallo adesso?
Cerchiamo di cominciare. Ci vuoi dare qualche notizia anagrafica su i te?
Notizia anagrafica? Cioè vuoi sapere quando sono nato e dove abito? Vuoi anche il codice fiscale?
Dunque, sono nato parecchio tempo fa, un po' dopo la guerra del Vietnam, verso la fine degli anni '60, prima della scoperta della Luna, ma dopo l'indipendenza del Kenya (Kenya libre!), prima che arrivassero quei tipi strani chiamati hippy, ma dopo l'invenzione del primo personal computer. Insomma, fatevi due calcoli.
Vivo a Roma, in zona abbastanza caotica e centrale.
Lo sapevo che sbagliavo già la prima! Ma ora m’impegno e mi rifaccio con la seconda, che dovrebbe essere più tranquilla. Parlando di letteratura, cine-tv, musica, con cosa sei cresciuto? La tua famiglia metteva il becco nelle tue scelte?
Da bambino mica leggevo. O, meglio, imparai a leggere presto, tanto che in macchina rompevo le tasche ai miei perché leggevo tutti i cartelli pubblicitari che incontravamo. Ma di libri neanche l'ombra. Però ho letto tantissimi Topolino.
Riguardo ai film, non saprei. Quando ero piccolo la tv offriva molto poco, ma ricordo volentieri i cartoni animati americani di quel tempo, Braccio di Ferro, Betty Boop, Felix the Cat e altri del genere. I cartoni giapponesi non mi hanno mai affascinato, però, anche se vedevo Jeeg Robot, Danguard e Gundam.
Musica pressoché zero. La musica, purtroppo, non ha mai fatto molta presa su di me. Sono uno che ha sempre amato e preferito il silenzio a qualsiasi suono o voce. Comunque da ragazzetto sentivo Elvis Presley, che mi piace tuttora, e poi sono divenuto fan degli U2, finché non hanno cominciato a produrre robaccia come negli ultimi 3 album.
Bene, bene, tutto regolare finora. Infanzia felice davanti alla tv generalista, sane letture e musica d’annata (rigorosamente con l’apostrofo). E ora che sei cresciuto, come sono cambiati i tuoi gusti? Hai per caso perso l’apostrofo?
Il formaggio fuso continua a non piacermi. Ah, scusa, parlavi in senso letterario-cinematografico-musicale? Non sono cambiati molto. Mi piace leggere tutto ciò che mi fa evadere dalla realtà. Preferisco libri d'avventura, horror, fantastici, ma anche gialli, classici, storici, saggi sul periodo della Seconda Guerra Mondiale.
Un tipo tranquillo, alla fine, anche se la foto che ci hai mandato ha un che di inquietante. Veniamo a qualcosa di diverso, per esempio l’ambiente che ti ha sopport…. cioè ospitato finora. Ti piace il posto (geografico e umano) dove sei cresciuto e come ti ha influenzato? anche nello scrivere…
No, il posto, sia geografico che umano (ma che vuol dire umano? Un posto può essere umano? Che dici, Temistocle? Che dici?), non mi piace. Il mio quartiere non mi è mai piaciuto, sia per come è conformato che come gente che ci abita. Roma non mi piace, io sogno di vivere in una casa isolata, in mezzo al verde e al silenzio, con terra intorno e freddo sia d'estate che d'inverno (beh, d'inverno per forza).
Nessun luogo ha influenzato la mia scrittura. Quella viene da dentro. È un misto di tutto quello che ho vissuto e che mi piace.
E a chi non piacerebbe vivere in un posto come quello di cui parli? Almeno per me sarebbe il top, visto che non sopporto neanche il caldo d’estate. L’importante è che non ci siano zanzare, perché da quando vivo a Vercelli sono il mio incubo! La tua famiglia, intanto, si interessa a quello che fai, come blogger, scribacchino, artista…
E che ne so? No, non credo, anche perché non ho mai reso i miei familiari partecipi delle mie passioni. Non credo neanche che sappiano che scribacchio storie. Però sanno che disegno vignette.
Capitolo amici. Come li scegli, o come loro scelgono te? e loro, i colleghi di lavoro, condividono i tuoi stessi interessi, conoscono la tua passione per la scrittura o sanno che gestisci un blog?
Gli amici mica si scelgono. E che siamo al supermercato? Succede che conosci una persona, scopri che ti ci prendi, poi ti ci frequenti, sempre più spesso, ci finisci a letto... no, cavolo sto dicendo? Ricominciamo: Succede che conosci una persona, scopri che ti ci prendi, poi ti ci frequenti, sempre più spesso, ci finisci per diventare amico. Come scelgono me ancora me lo chiedo: sono un tipo difficile. Molti dei miei amici sanno che gestisco blog (al plurale, perché ne ho aperti diversi e ne porto avanti più di uno), qualcuno, pochi, molto pochi, sanno che mi piace scrivere.
Chi in un modo chi nell’altro, penso tutti ci facciamo o ci siamo fatti domande particolari su qualcosa che sta o potrebbe stare fuori di noi e governare le nostre vite. Tu sei credente in qualche modo?
Un tempo lo ero. Ma soltanto perché così sono stato educato. Poi ho smesso, è successo quasi all'improvviso, ma della religione cominciavo ad averne le tasche piene da svariati anni. Ora non credo a nulla che non sia scientificamente provato. Al di sopra di me c'è la natura e ci sono le sue leggi. Se vuoi chiamarla dio a me sta bene.
In effetti alcuni di quelli che credono ad oltranza ritengono che anche questa sia una credenza che rasenta la religione, e anzi da questa posizione cercano comunque di farti ammettere che, in fin dei conti, sei credente e devi fare solo l’ultimo passo. Verso dove, poi? Veniamo invece alla scrittura: da dove vengono fuori i tuoi personaggi e le tue storie? qual è un tuo personaggio, o lavoro, a cui sei particolarmente affezionato?
Dal cappello magico. Ne ho uno nascosto nell'armadio. Non so da dove vengano fuori, però non mi piace parlare di personaggi, ma di storie. Io sono legato alle storie, non ai personaggi. Non ne ho ancora uno a cui essere affezionato, io non amo molto i legami, mi fanno sentire prigioniero. Nella mia testa nasce un'idea, una situazione, e attorno ci scrivo una storia.
A proposito di personaggi, ce n’è uno (o un fatto storico, politico, religioso, sociale) a cui ti senti particolarmente legato e che ha influito e influisce sulle tue scelte?
Non ho capito la domanda. Ne hai un'altra? Quali scelte? Parlando in generale, non mi piace essere influenzato. Sono però legato a dei periodi storici, come il Medioevo. Anzi direi a partire dal Medioevo fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Quello che è accaduto dopo non mi attira per niente. E anche la preistoria mi piace, possibilmente prima della nascita del genere homo.
Ecco forse dove ti ho visto! In qualche quadro di cavalieri erranti sempre pronti alla pugna per la loro bella! Ma non dovresti portare l'elmo e la calza maglia? Ma tocchiamo ora le dolenti note (perché poi si dice così? Ah, già! Lo diceva quel tizio -tanto per restare in tema medioevo- con quello strano cappello in testa, quello che ha mandato i potenti a far… cioè all’inferno): ti piace l’Italia oggi? quali sono i suoi pregi, i difetti, le potenzialità?
Mi pare di avere appena risposto a questa domanda. L'Italia di oggi la detesto. Non ha nessun pregio, a parte aver tirato fuori alcuni bravi scrittori che leggo volentieri. Difetti tantissimi, ma non basta lo spazio per elencarli tutti e poi non mi piace fare politica. Le potenzialità? Tantissime. Con tutte le bellezze artistiche e naturali che abbiamo e col cibo migliore del mondo potremmo vivere di turismo.
Ho paura di sentire la tua risposta alla prossima domanda, ma la libertà di parola è il primo articolo della carta costituzionale del mio garage. Perciò ti chiedo: cosa pensi dei flussi migratori che negli ultimi venti anni stanno cambiando gli equilibri culturali, sociali e politici d’Italia e d’Europa?
Se devo dire la verità a me non sono mai andati a genio, perché non c'è mai stata una giusta politica a questo riguardo. L'immigrazione selvaggia è un danno per un paese. Quello che si è verificato in Italia non si vede da nessuna parte. Non si può entrare in un paese senza documenti e soprattutto pretendendo lavoro e casa, quando non possiamo dare lavoro e casa ai nostri giovani. E non trovo giusto che vengano cambiati gli equilibri di un paese con l'immigrazione. Se io vado ad abitare in un'altra nazione, devo adeguarmi agli usi e costumi di quella nazione. Non posso cambiarne l'aspetto, il tessuto sociale e culturale. Devo rispettare il paese che mi ospita. Anzi, devo comportarmi meglio che nel mio. E mi sembra che qui da noi succeda l'esatto contrario.
Quello che non sopporto, però, è che si equipari l'immigrazione di oggi all'emigrazione della nostra gente. Il mio bisnonno emigrò in America, ma la forza lavoro era stata richiesta espressamente, si partiva coi documenti e si doveva passare una visita medica. Chi non la passava tornava a casa. Non è quello che avviene oggi in Italia. E soprattutto nessun italiano è mai fuggito a causa di una guerra in Italia, ma è restato a combattere e a ricostruire. Con quello che ho scritto mi attirerò le antipatie del 99% dei lettori, ma non mi passerà certo l'appetito per questo.
Questo l’avevo capito sin dall’inizio dell’intervista, e cioè che non hai peli sulla lingua. Mi sa che ho fatto proprio bene ad intervistarti. Fa sempre piacere trovare qualcuno che parla fuori dal coro dei buonisti, specie quando le opinione sono ben motivate; e devo dire che molte delle tue motivazioni le condivido in pieno. Ed ora una cosa, una qualunque, che vorresti restasse di te.
Un libro che ho scritto. Magari devo prima decidermi a scriverne uno.
Visto che l’estate è ormai finita da un pezzo, ti chiedo dove hai trascorso le tue vacanze.
Sono stato una settimana sulle Dolomiti a fare trekking e ferrate, con la speranza di sentire un po' di freddo, invece sono tornato a casa abbronzato. Io odio il caldo, sto male fisicamente, emotivamente e psicologicamente d'estate.
(Questa la lascio, perché ho anch'io un orgoglio da nutrire!)
Bella intervista, Tim. Complimenti, m'è piaciuta davvero. Ed è pure la prima che “subisco”. Magari pure l'ultima, chi può dirlo? Nel caso, te l'autografo, così vale di più.
Ecco, siamo alla fine. Sono molto contento di aver ospitato Daniele in questa piccola rubrica. Abbiamo scherzato su quello su cui si poteva scherzare; e abbiamo discusso seriamente delle cose serie. E mi sembra che un altro personaggio sia venuto fuori a tutto tondo. Anzi, non un personaggio, ma una persona (come dico sempre io), perché i personaggi sono creati, spesso ad arte; le persone sono quelle che ti trovi davanti tutti i giorni. E con uno come Daniele è bello confrontarsi, perché ha le idee chiare e le esprime molto chiaramente.
Penso che musica che ha scelto, poi, la dica tutta su come intende lui la vita. Più chiaro di così!
TIM
(Le altre interviste possibili: Nick, Simone M., Glauco, Alex, Edu, Ariano, Elvezio, Luca, Gelostellato, Enzo, Davide, Gianluca, Ferruccio, Angelo, Daniele e Donata)
Seguo Daniele sul suo Penna Blu: sono contenta di averlo potuto conoscere meglio grazie a questa tua intervista! ^_^
RispondiElimina@ Dalailaps: grazie della visita e di aver letto l'intervista!
RispondiElimina@Dalailaps: una che non è fuggita dopo avermi conosciuto meglio :|
RispondiElimina@Tim: le tue interviste sono folli, lo sai, sì? :)
Bellissima intervista :) Seguo Daniele anch'io su Penna Blu e spesso mi ritrovo in quello che scrive...
RispondiEliminaD'accordo sul caldo: insopportabile!
Narratore
Ma guarda un po' che personaggio l'Imperi:-)
RispondiEliminaCerto le scoperte non mancano, e ancora ho in serbo tre interviste. Daniele l'ho immaginato diverso, sia fisicamente che come persona, ma alla fine mi è piaciuto così come si è mostrato nell'intervista.
RispondiEliminaIo lo seguo dai tempi del SB sul suo Penna Blu. Ed ecco, dopo aver letto questa intervista, fuggirò, brucerò il suo link dal feed e lo esorcizzerò sul blogroll. Ecco.
RispondiEliminaSi scherza, ovviamente. :)
Bella intervista a entrambi!
Ciao,
Gianluca
Intervista interessante :D
RispondiEliminaMi piacciono le persone che dicono quello che pensano senza peli sulla lingua, magari non condividerò tutto quello che dice in quest'intervista però adesso sento di conoscere meglio l'Imperi e di rispettarlo molto...perchè conoscere alla fine questo vuol dire: rispettare.
RispondiEliminaUn bravo ad entrambi.
@ Gianluca: beh, qualcosa dello scrittore maledetto ce l'ha!
RispondiElimina@ Glauco: grazie.
@ Nick: esatto, 'conoscere' vuol dire 'rispettare'. Solo dopo si può parlare delle cose e delle persone.
bella intervista! Ancora una volta, un'ottima chicca Tim!
RispondiElimina@ Liber@: si fa quel che si può, ma come sai la materia prima viene dagli intervistati.
RispondiElimina@Narratore: ma dai, anche tu mi segui? Devo imparare a seminare meglio i miei inseguitori...
RispondiElimina@Ferru: taccia, lei, o i boccali di birra aumentano :D
@Tim: scusa, com'è che mi avevi immaginato fisicamente?
@Gianluca: grazie :)
@Gloutchov: le interviste di Tim lasciano il segno :)
@Nick: belle parole, Nick. Bravo. Ho peli dappertutto, vuoi farmeli avere pure sulla lingua?
Liber@discrivere: grazie, però sono maschietto, quindi un ottimo "chicco" :P
Stimolante, questo tipo: mi sa che devo approfondire...
RispondiEliminaNadia
@ Daniele: non so di preciso, forse più 'topo da biblioteca'
RispondiElimina@ Nadia: anche per te potrebbe essere pronta un'intervista, basta dirlo...
Mi è piaciuta molto questa intervista :)
RispondiElimina@ Fra: sono contento che ti sia piaciuta. Grazie.
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